Cake pops

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Se in queste ultime domeniche invernali non trovate nulla da fare prendete pure spunto da questa simpatica ricetta.

Insieme alla mia amica Laura ci siamo cimentate in una preparazione a dir poco certosina ma che tra uno schizzo di cioccolato e l’altro ha avuto il risultato molto simpatico. I cake pops sono dei piccoli bocconcini di torta a forma di lecca lecca. Per la nostra preparazione domenicale, ieri ci siamo affidate a dei preparati che si comperano al supermercato e a cui si aggiunge del burro e un uovo. Mentre la ricetta che ho trovato navigando su internet e testato personalmente in altre occasioni è quella che indicherò di seguito. Buon Divertimento!!!!

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Cake pops:

pan di spagna (ricetta che preferite)                                                                                         (oppure: 3 uova, 90 gr zucchero, 120 gr di farina,scorza grattuggiata limone o essenza. Montate con le fruste le uova e lo zucchero aggiungete la farina setacciata per evitare grumi e la scorza del limone grattuggiata. Stendete in una teglia imburrata e infarinata e cuocete in forno 20 minuti c.a. a 180 gradi in forno statico.)

  • 3/4 cucchiai di marmellata di albicocche
  • bastoncini per cake pops
  • codette, zuccherini o farina di cocco.

Sbriciolate il pan di spagna amalgamatelo con la confettura di albicocche. Formate delle palline e fatele riposare in frigo almeno 20 minuti. Sciogliete il cioccolato a bagno maria. Prendete i bastoncini immergete la punta nel cioccolato e infilatelo al centro delle palline, attendete che si solidifichino e immergete le palline nel cioccolato passandole poi nei zuccherini o nelle codette o farina di cocco.

oppure:

  • 300 gr di biscotti secchi o al cioccolato
  • 100 gr di burro
  • 1 uovo

Sbriciolate i biscotti e aggiungete l’uovo e il burro amalgamate il composto fate delle palline e procedete come descritto sopra.

Variante: se preferite potete utilizzare del pan di spagna al cioccolato e della nutella sostituendola alla confetture ai albicocche!!!!!! 

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L’angolo dei commenti

imageIn questa sezione mi piacerebbe ascoltare i vostri consigli o   le vostre proposte.   Se qualcosa non vi piace, se avete provato a preparare i piatti descritti nel blog o se semplicemente avete idee innovative, consigli o richieste su piatti e ricette di ogni tipo lasciate un commento e ne parleremo insieme, creando o confrontando le nostre esperienze !!!!

Potete anche  commentare le  ricette del blog cliccando sul cuore che trovate al lato di ogni pagina!!!!

Vi aspetto! Alessia

Involtini Veloci di Radicchio e formaggio

Questa mattina vi dò il buon giorno con una ricetta pratica e veloce ma di grande effetto. Capita spesso di organizzare cene dell’ultimo minuto o di non avere idee che abbiano un connubio di particolarità e praticità. Vi propongo questi involtini con foglie di radicchio e vi invito a provarli e a lasciarmi il vostro giudizio!!!!!

Ingredienti per 4 persone:

400 gr di radicchio a foglie lunghe  tipo trevigiano

500 gr di formaggio ( tipo asiago, montasio, cheddar, gouda o in alternativa monte veronese o toma piemontese)

sale, burro, pepe.

La ricetta è molto semplice. Bisogna mondare il radicchio ( ossia pulirlo eliminando le foglie esterne e la radice), e cuocere le foglie a vapore per dieci minuti circa. Una volta che il i radicchio è cotto, asciugatele con carta assorbente. Intanto tritate il formaggio e mettetelo da parte.

Prendete le foglie e preparate gli  involtini  farcendoli con il ripieno di formaggio con un pizzico di sale e pepe ( nel formaggio ho messo un filo di olio) .  Sistemateli in una pirofila da forno imburrata e cuoceteli a 180 gradi circa per almeno un quarto d’ora. Quando il formaggio si sarà sciolto toglieteli dal forno e serviteli caldi.

Una chicca:  La ricetta può essere modificata in più modi, quali sostituendo al formaggio indicato della ricotta e delle noci o della gorgonzola e noci, o ancora aggiungendo una fetta di speck tra il radicchio e il composto di formaggio. Ovviamente se sceglierete il connubio ricotta e noci vi consiglio di  tritare le noci e aggiungerle alla ricotta. Mentre se utilizzate la gorgonzola potete anche scegliere di accostarla allo speck.

In ogni caso provateli e fatemi sapere se vi sono piaciuti:)

Profumo di pizza

IMG_2325    La pizza è una delle tentazioni a cui non so resistere, in particolare quella fatta in casa. Nella mia famiglia la nonna Venturina  (per me nonna di adozione, poiché nonna dei miei cugini) cuoce  pane e pizza nel forno a legna,  proprio come si faceva una volta. La ricetta del pane della nonna Venturina  è fatta con lievito madre e farina macinata a pietra e vi garantisco che è inimitabile.

Vi propongo sia la ricetta del lievito madre che quella dell’impasto della pizza con la ricetta testata da mia madre.

 Lievito madre:

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Per realizzare il lievito madre bisogna tenere conto della temperatura dell’ambiente in cui si lascia fermentare la pasta, della farina che si utilizza nonchè dei tempi in cui il lievito si deve rinfrescare.

1° passaggio –

Ingredienti:

  • 200 gr di farina
  • 100 gr di acqua

Impastate la farina e l’acqua formando una palla di pasta dalla consistenza morbida. Incidete la palla a forma di croce. Ponete l’impasto ottenuto in una terrina o contenitore coperto con della pellicola trasparente . Lasciate riposare il lievito per 3 giorni, ossia per 72 ore.

E’ fondamentale che la temperatura dell’ambiente sia tra i 22° – 25°C. In molte ricette è indicata la farina Manitoba, o in alternativa in commercio vendono miscele di farine già pronte ed ideali per la panificazione. Se invece preferite molti esperti consigliano di utilizzare una farina macinata a pietra.

2° Passaggio:

Trascorse 72 ore dovete rinfrescare il lievito. Fatelo la sera. Impastate  100 gr dell’impasto ottenuto  con 200 gr di farina e 100 gr di acqua . Lasciate riposare per altre 24 ore.

3° Passaggio:

Ripetete l’operazione sopra indicata per altre 4 volte ogni 24 ore con le medesime dosi e modalità.

4° Passaggio:

Dal sesto giorno rinfrescate il lievito ogni 12 ore, fino a che non sarà pronto. Il lievito è pronto quando è triplicato e ha un odore acido ma dolce, non è appiccicoso e gli alveoli di fermentazione sono allungati.

Il lievito madre si conserva per anni. Una volta che avete utilizzato il quantitativo necessario per fare l’impasto della pizza o del pane, basta rinfrescare il lievito rimasto e conservarlo in frigorifero.

Rinfrescate l’impasto con una quantità di farina pari alla grammatura del lievito rimasto e l’aggiunta del 50% di acqua. Riponetelo in frigorifero in un barattolo di vetro ermetico e  rinfrescatelo circa ogni 5 /6 giorni  con la metodologia sopra indicata (tanti grammi di farina quanto è il peso del lievito con l’aggiunta del  50% di acqua).

Pasta per la pizza:

La ricetta che leggerete di seguito è una di quelle che ho imparato da mia madre. Potete modificare dosi e metodologia secondo le vostre abitudini e conoscenze. Considerate inoltre, che più che alle grammature indicate mia madre utilizza moltissimo “l’occhio e l’esperienza” di anni di cene a base di pizza.

  • 200 gr di lievito madre (rinfrescato il giorno precedente)
  • 1 kg  di farina c.a.
  • 250 gr di acqua c.a (quanta ne prende)
  • 20 gr olio c.a
  • 1 cucchiaino di zucchero
  •  10 gr di sale

Mia madre scioglie il lievito nell’acqua (quanta ne prende), impasta il lievito, la farina, l’olio e lo zucchero aggiungendo per ultimo il sale (per non inibire la lievitazione). Formata la palla di pasta la incide a croce e la lascia riposare almeno 4 ore. Passato il tempo necessario stende la pasta sulle teglie, con la farcitura desiderata e le lascia riposare per poi infornarle.

Guardate voi stessi il risultato!!!!

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Il petto di pollo della Simo

imageIn una delle cenette organizzate in compagnia delle mie amiche ho avuto il piacere di assaporare un secondo piatto davvero gustoso “Petto di pollo all’arancia” alla maniera della mia amica Simona.

La ricetta è abbastanza semplice e si può sfruttare in occasioni dove si ha poco tempo e si vuole ottenere un’ottimo risultato.

Ingredienti per 6 persone:

Petto di pollo 600 gr c.a.

3 arancie

1 limone

burro

sale, pepe, olio, rosmarino

farina q.b.

Tagliate il petto di pollo a tocchetti ed infarinatelo. In una ciotola preparate il succo di tre arance e un limone aggiungete un filo d’olio, sale, pepe e rosmarino e fate insaporire. Fate sciogliere  il burro in una padella capiente aggiungete la carne e fatela rosolare a fiamma alta appena la carne prende colore abbassate la fiamma e versate il composto di arance e limone preparato in precedenza fate ultimare la cottura e servite con qualche rametto di rosmarino. Provatelo!!!!!!

La padella “flambé”

Questo consiglio è dedicato a tutte le mie amiche che come me sono costrette a barcamenarsi tra casa, lavoro, palestra, pasti frugali, compagni, mariti e figli. Spesso i tempi ristretti portano a dimenticarsi di piccoli accorgimenti che nella quotidianità possono diventare piccoli incidenti domestici. Classico esempio lasciare una padella piena d’olio sul fornello acceso.

Non molto tempo fa in una mia impresa culinaria di questo tipo ho generato un flambè non voluto. La prima cosa che ho fatto è stata prendere la padella e metterla sotto l’acqua corrente. Il risultato? Meglio tralasciare i dettagli. Non soltanto il fuoco non si è spento ma l’olio ha continuato a bruciare aumentando la fiamma e il fumo. Ho imparato in seguito da un consiglio di una mamma di vecchia generazione che difronte a certi piccoli inconvenienti basterebbe togliere la padella dal fuoco e coprirla con un coperchio di metallo. In alternativa se la situazione richiede un intervento tempestivo basterebbe fare alla vecchia maniera come facevano le nonne con un canovaccio umido.  Altra cosa importante è non gettare mai l’olio usato ancora bollente sotto il getto d’acqua del rubinetto o le conseguenze sarebbero pessime, poiché l’olio schizzerebbe risalendo a getto dalle tubature ed inoltre anche se  fatto freddare, col tempo  corroderebbe le pareti dei rubinetti e vi ricordo che  gli idraulici costano.  Quindi una volta terminata la vostra frittura l’ideale sarebbe far raffreddare l’olio residuo almeno mezz’ora, poi, travasarlo in una bottiglia chiuderla e gettarla nelle apposite zone di raccolta.

Il consiglio della nonna: In alternativa potete conservare i fondi di caffè e riporli in un barattolo o recipiente a vostra scelta e  versarci l’olio avanzato dalle fritture. I fondi di caffè assorbono l’olio e possono essere gettati nell’umido. Buona Frittura!!!!!

Semifreddo al caffè

Per preparare il semifreddo al caffè armatevi di pazienza e precisione matematica.

E’ uno dei dolci che ho imparato al corso di pasticceria dalla mia mentore Daniela e secondo la mia esperienza pratica e  il mio modestissimo parere è anche uno dei più complicati da realizzare.

Per preparare il semifreddo si possono utilizzare basi come la meringa italiana o il parfait anche detto patè a bombe. Non sono basi semplici da preparare e risentono molto dell’ambiente e del calore. I semifreddi devono essere ben abbattuti per non comprometterne la struttura.

Se il primo risultato dovesse essere disastroso,  non demoralizzatevi,  ma armatevi di una buona dose di pazienza e ritentate, come ho fatto io e vedrete che alla fine la vostra tenacia verrà premiata dal gusto!!!!

Ingredienti:

  •  180 gr di zucchero
  • 50 gr di acqua
  • 80 gr di tuorli
  • Panna e pasta di caffè (estratto,o tablit)

Prendete un pentolino antiaderente e mescolate acqua e zucchero nelle dosi indicate. Portate il  tutto a 121°. Se non avete un termometro per alimenti, potete capire quando la temperatura  ha raggiunto i 121° prendendo un bicchiere di acqua fredda e immergendovi una goccia del composto. Se si forma una pallina di zucchero morbida è pronto.

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Versate a filo lo sciroppo di zucchero nei tuorli (che devono essere stati già montati), continuando a montare con le fruste o la planetaria. Continuate fino a che il parfait non si raffredda.

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  Intanto incorporate la panna montata (450/500gr) e   l’estratto di caffè dosando quest’ultimo a proprio    gusto, e in ultimo aggiungete il parfait, mescolate con  una spatola dal basso verso l’alto per non smontare la  panna.Mettete il semifreddo  in congelatore almeno 4  ore.

Prima di servire il vostro dolce lasciatelo in frigorifero per almeno mezz’ora, di modo che si ammorbidisca e se ne possa assaporare il gusto e per decorarlo utilizzate polvere di cacao .

Il consiglio del lunedì

Quando si cucina la cicoria, a meno che non sia quella in busta del supermercato, dopo averla pulita e sciacquata più volte per eliminare i residui di terra, si metterà a bollire in acqua abbondante e portata a bollore. A differenza di altre verdure, la cicoria deve essere cotta in molta acqua. E’ consigliato non cuocerla in acqua fredda perchè è una verdura che tende a mosciarsi e a perdere di consistenza. Per la cicoria selvatica bastano 10 minuti c.a. di cottura. Se non piace il sapore amaro, per attenuarlo basta mettere nell’acqua di cottura uno spicchio di limone e una volta cotta e scolata immergerla per qualche minuto in acqua fredda.

Buon lavoro!

L’acqua cotta

Questa ricetta è una richiesta di Cristina. La versione che di seguito vi propongo l’ho vista cucinare dalle mie nonne, senza dosi precise ma “ad occhio” proprio come si faceva una volta.

Ingredienti:

  • Cicoria selvatica (a piacere aggiungete delle verdure di campagna).
  • Pomodori maturi 4/5 (tipo san marzano)
  • 2 cipolle c.a.
  • 2/3  spicchi di aglio
  • 4/5 patate grandi
  • Rametti Mentuccia fresca selvatica (nepitella)
  • Uova
  • Baccalà (almeno 400 gr.)
  • Pane casareccio raffermo
  • Sale, peperoncino, olio evo
  • Brodo

Innanzitutto per questo piatto bisognerebbe utilizzare la cicoria selvatica sbollentata a parte per togliervi il sapore amaro. Se si utilizza la cicoria coltivata non c’è necessità di bollirla prima.

Prendere le patate e tagliatele a metà,  mettetele a bollire in una pentola di acqua salata. Aggiungete la mentuccia, gli spicchi d’ aglio, il peperoncino, un filo di olio, i pomodori, le cipolle, e la cicoria (come detto sopra se selvatica già bollita se coltivata a crudo). Lasciate cuocere a fuoco basso “amore amore” (come dicono le nonne), con l’accortezza di non far asciugare troppo il composto, qualora la zuppa si restringa aggiungete di volta in volta del brodo vegetale o del brodo di dado.

Quando la zuppa è a circa metà cottura, aggiungete il baccalà, tenuto a mollo dalla sera precedente per tutta la notte e tagliato a pezzi. A fine cottura, con la zuppa ancora sul fuco prendete tante uova quante saranno le persone che mangeranno la pietanza e rompetele intere nella minestra, nello stesso modo in cui si fà l’uovo in camicia. Prendete del pane raffermo, possibilmente casareccio, bruscatelo, e mettetelo su di un piatto, sopra di esso adagiatevi la zuppa con le patate la cicoria, l’uovo e il baccalà. Ricordo che mia nonna a fine cottura preparati i piatti per ogni commensale li ricopriva con un altro piatto per qualche minuto per far insaporire la zuppa e per far ammorbidire il pane.

Spaghetti al Pomodoro!

SPAGHETTI AL POMODORO della Nonna:

Ho deciso di postare questa ricetta che apparentemente può sembrare semplice e banale da realizzare ma che al contrario nasconde grandi insidie. La difficoltà principale è nel realizzare un ottimo sugo dove non si senta ne l’acidità del pomodoro fresco ne  il gusto dolciastro rilasciato da alcune qualità di pomodoro.

Esistono tantissime qualità di pomodori come quelli al grappolo, i  piccadilly, i  san marzano. Per realizzare questo piatto ho usato i san marzano,  e i consigli  della nonna. Il risultato è stato ottimo ma gli spaghetti della nonna restano invincibili!!!!!!

Ingredienti: (4 persone c.a.)

  • 700 gr circa di pomodori maturi
  • olio evo
  • sale
  • scalogno o aglio
  • basilico fresco
  • pepe (a piacere)
  • Spaghetti

Io li ho preparati così: Ho iniziato portando a bollore una pentola di acqua, una volta raggiunta la temperatura vi ci ho immerso i pomodori per qualche minuto, il tempo necessario per ammorbidirli. Una volta scolati li ho spellati e tagliuzzati. Nel frattempo in una pentola ho versato dell’olio exta vergine di oliva con dello scalogno tagliuzzato finemente. Ho aggiunto i pomodori del sale e del pepe, lasciandoli cuocere a fuoco basso per una ventina di minuti circa, mescolando di tanto in tanto e facendo sì che l’acqua rilasciata dal pomodoro si rapprendesse. Intanto ho preparato l’acqua per gli spaghetti e una volta cotti al dente li ho scolati e fatti girare nel sugo di pomodoro, impiattati con basilico fresco e un filo di olio a crudo.

Vi garantisco che sono stati graditi da tutti i commensali. Aggiungo una piccola chicca. Se preferite il sapore dell’aglio potete sostituirlo alla cipolla, con l’accortezza di farlo soffriggere nell’olio per poco tempo e di toglierlo appena dorato. Per dare un tocco di originalità potete aggiungere dei pinoli, o eventualmente utilizzare dei pomodorini al grappolo e anzichè portarli a bollore farli soffriggere direttamente in padella con l’olio e i pinoli aggiungendo a fine cottura la pasta e una cucchiaiata di parmigiano saltando il tutto in padella.