Zeppole alla crema

Anche se San Giuseppe è passato potete provare a preparare le zeppole alle crema per i vostri papà. Questa ricetta è per le zeppole al forno.

Per la pasta choux:

120 gr di acqua

100 gr di uova

75 gr di farina

60 gr di burro

1 pizzico di sale

La preparazione della pasta è invariata anche se non le friggete. Prendete un pentolino e portate a bollore l’acqua con il burro e il sale. Poi toglietele dalla fiamma e aggiungete la farina e iniziate a mescolare con energia amalgamando il composto. Ora riportate il tutto sul fornello e con il vostro cucchiaio di legno dovete far “asciugare” il tutto. La pasta di deve staccare. Ora mettete la pasta nella planetaria con la foglia e incorporate una ad una le uova. L’ impasto deve essere lucido. Una volta pronto mettete il composto in una sacca a poche e create le vostre zeppole e mettetele in forno a 220 gradi per circa 8 minuti, poi abbassate la temperatura a 180 gradi per altri 40 minuti circa. E lasciatele freddare.

Intanto preparate la crema che servirà per farcirle. La ricetta potete rintracciarla tra le ricette del blog “lericettedialessia.com”

Tagliandole con cura a metà. E infine cospargendole di zucchero a velo. Con la tipica guarnizione di amarena.

Buon appetito a tutti!!!

Che farina usi?

Qualche giorno fa una cara amica assaggiando un dolce mi ha posto la classica domanda ma tu che farina usi?

Qui si apre un mondo! Per scegliere quella giusta per il tipo di preparazione che vogliamo fare è di fondamentale importanza… chiariamo subito che va specificato un punto il glutine. Il composto che si forma dall’interazione da due tipi di proteine gliadine e glutenine e quando mescoliamo farina e acqua e lavoriamo il composto. È proprio il glutine a rendere il lievitato morbido e soffice. Le farine sono distinte in forti e deboli: ossia capacità di assorbire acqua durante l’impastamento e trattenere anidride carbonica durante la lievitazione. Le farine forti hanno molto glutine e sono perfette per le lievitazioni lunghe come il panettone. Le deboli con poco glutine avendo bisogno di poca acqua sono adatte a lievitazioni rapide, come crostate o dolci friabili croccanti. Certo se ora vi trovate a scegliere come le distinguete? Dalla w ossia la forza… quando la w sul pacco di farina e oltre i 300 la farina è molto forte mentre se inferiore a 200 è debole, una farina di media W tra 200 e 300 è medi quindi:

Farina debole : w minore di 200 per brevi lievitazioni

Farina media: w tra 200 e 300 per lievitazioni medie

Farina forte: w superiore a 300 per lievitazioni lunghe.

Ma ricordate che la semola, farina di grano duro per esempio che io utilizzo molto, e adatta per impasti casalinghi come la pasta o anche per metà dosi di pizza. Spesso personalmente utilizzo un parametro di 30 per cento di semola e 70 di farina di grano tenero.

Per le farine di grano tenero: vi consiglio anche la Manitoba, ottima ricca di glutine, farina forte.

Per le farine 00: e utilizzata molto per torte biscotti e pasticcini o pasta fresca all’uovo ed tra le farine di grano tenero la più raffinata. A seguire la 0 ( pizza, pane, orecchiette) la 1 e la 2 e la integrale piu rustiche. Una chicca la integrale assorbe molta acqua vi consiglio di mischiarla sempre.

Ora spero di aver chiarito un po di aspetti e … Se mi chiedete quale farina usare per un dolce? Dipende .. spesso uso la 00 ma provo anche a mescolarla con la 1, amo molto le farine grezze… e utilizzo anche la Manitoba. A mio parere vale sempre la pena tentare valutare il risultato e magari avere ottimi risultati inaspettati da esperimenti e rivisitazioni personali… A ognuno la sua farina…

Baccalà o Stoccafisso?

Quante volte andando a comperare il baccalà ci siamo chiesti che differenza ci sia tra un Baccalà e lo Stoccafisso? In realtà si tratta sempre di merluzzo ma cambiano le tecniche di conservazione. Il baccalà è conservato sotto sale mentre lo stoccafisso viene essiccato.

Questa pietanza oggi molto diffusa anche nei ristoranti più rinomati è tipica della nostra tradizione culinaria. Le mie nonne per Natale comperavano il tanto rinomato baccalà e noi nipoti assistevamo alla fase di pulizia e preparazione della pietanza. Toglievano coda e pinne, poi veniva tagliato in due parti e spellato accuratamente. Infine tenuto “ammollo” in una bacinella nel lavello della cucina per tre giorni. L’acqua veniva cambiata 3 volte al giorno e ogni volta sciacquato con acqua corrente. In realtà questo procedimento si chiama “Dissalare” il baccalà. Un processo fondamentale è anche complesso…

Personalmente spesso quando cucino il baccalà e lo faccio di frequente, lo compero già ammollato e dissalato. Vi consiglio comunque di mantenere la pelle se decidete di farlo fritto. Il baccalà si predispone per molte ricette fritto, al forno, in umido arrosto…

Ma qualche sera fa sono stata invitata a cena e anziché il classico baccalà fritto di pastella di riso e farina o sola farina e acqua o anche semplicemente passato nella farina e fritto a 180-190 gradi ho assaggiato il baccalà “fritto” con la friggitrice ad aria … lo proveremo presto!!!

Una chicca se lo provate in pastella aggiungete sempre alla vostra pastella una buccia di limone grattugiata …. Fatemi sapere….

Ciambella di Anna

1 bustina di lievito

125 gr di Yogurt

130 gr di olio di semi

3 uova

160 gr di zucchero

250 gr di farina

Se non tutte le ciambelle vengono con il buco, provate questa. Le ricette della mamma non sbagliano mai. Il ciambellone, il dolce all’apparenza il più facile da fare, è anche quello più complicato. Provate e ditemi come lo avete realizzato e soprattutto come è stato il risultato!

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Il caffè con la Moka o al Bar?!?!

Il caffè è un rito immancabile per noi italiani, un’icona del nostro Paese. Eppure, quante volte ci capita di andare al bar e non essere soddisfatti di quel piccolo momento quotidiano?

Un caffè è una pausa, un gesto di cortesia, un incontro, un dopo pasto, una futura conoscenza, o persino una parola… ma prima di tutto è la soddisfazione di mente e palato. Chi non si è mai trovato a ordinare un espresso macchiato caldo e riceverne uno con il latte freddo? O chiedere un macchiato freddo e vedersi servire una tazzina con una montagna di schiuma? Per non parlare di quando ci si sente dire che non c’è differenza tra un macchiato e uno schiumato!

Il caffè ha sempre avuto un posto speciale nella mia famiglia: mio zio era barista, e l’odore del caffè appena macinato è un ricordo che mi accompagna da sempre. Eppure, per me, il caffè per eccellenza resta quello della moka, fatto in casa.

Si “dice che” il caffè macchiato è nato per distinguere e definire l’espresso aggiungendo cuna goccia di latte. Il caffè macchiato aggiunge al classico gusto dell’espresso una nota di morbidezza. data dalla particolare macchia di latte. Il caffè macchiato in Portogallo, si chiama cafe pingado, caffè con una goccia di latte.

Lo schiumato è una piccola coccola per il palato perché si realizza con il latte caldo in “schiuma” …

Se in Italia il caffè è un rito veloce, nel resto del mondo assume forme e significati diversi. Ogni Paese ha il suo modo unico di prepararlo e gustarlo, trasformandolo in un’esperienza culturale oltre che sensoriale: Turchia, Grecia, Francia, il café con leche spagnolo e tanto altro… caffè unisce il mondo, pur essendo così diverso da Paese a Paese. Ma ovunque si vada … resta sempre un momento di pausa, di incontro e di piacere.

Ricetta caffè per moka:

Iniziamo riempendo la nostra caffettiera fino alla valvola di sicurezza con l’acqua. L’acqua deve essere FREDDA, l’acqua calda, accelera il processo di infusione e altera il gusto del caffè.

Se superate il livello della valvola, il caffè verrà più lungo. Messo il filtro aggiungete la polvere di caffè senza compattare e ora avvitate.la caffettiera deve essere messa sul fornello a fuoco basso ciò permette di raggiungere un livello di ebollizione lento e un caffè migliore. Non alzate il coperchio quando il caffè è quando salito al bordo della caffettiera o rischiereste di alterarne il gusto.  La moka va tolta dal fuoco va tolta dal fuoco quando il caffè è salito al bordo della caffettiera per circa trequarti, il caffè continua a salire ma gli aromi sono conservati e il vostro caffè sarà ottimo.Prima di servirlo girate il caffè all’interno della caffettiera.

Il caffè dove lo conservo? Ci sono tante scuole di pensiero, alcuni lontano dalla luce altri in frigorifero ma l’essenziale è in un contenitore ermetico ….

Ricordate sempre una chicca: la caffettiera va lavata con acqua calda il filtro se rovinato va cambiato, e non si deve MAI utilizzare sapone o lavastoviglie….

Buon caffè a tutti!!!

Pane, burro, Alici della Nonna Itala…

Ho un ricordo di infanzia legato a questa pietanza, a quando mia nonna la sera a cena dopo aver preparato per ognuno di noi mangiava pane.. burro e alici…

Un piatto semplice che oggi spesso trovo in menù di ristoranti gourmet… vi propongo di comporlo così:

Prendete il burro e montatelo in planetaria aggiungendo il prezzemolo tagliato fino … bruscate il pan carré e se preferite rosolatelo in padella con olio e ora dalla mousse di burro componete il vostro crostino con sopra la vostra Alice magari del cantabrico …

Buon appetito

Pane, burro, Alici della Nonna Itala…

Ho un ricordo di infanzia legato a questa pietanza, a quando mia nonna la sera a cena dopo aver preparato per ognuno di noi mangiava pane.. burro e alici…

Un piatto semplice che oggi spesso trovo in menù di ristoranti gourmet… vi propongo di comporlo così:

Prendete il burro e montatelo in planetaria aggiungendo il prezzemolo tagliato fino … bruscate il pan carré e se preferite rosolatelo in padella con olio e ora dalla mousse di burro componete il vostro crostino con sopra la vostra Alice magari del cantabrico …

Buon appetito

La torta a vulcano…

É capitato a tutti di preparare una torta e vederla esplodere al centro … molti lo chiamano effetto vulcano! Da bambina vedevo mi nonna posizionare sulla torta un foglio di carta di alluminio e mi chiedevo a cosa servisse… in realtà l’alluminio in cottura da la giusta quantità di calore senza far bruciare il dolce, inoltre la nonna aggiungeva una spennellata di burro fuso o di latte e il risultato era sempre perfetto ….

Ma per far sì che l’effetto vulcano possa presentarsi bastano piccoli accorgimenti come utilizzare la carta da forno, utile poiché aiuta a formare uno strato protettivo impedendo il contatto diretto tra l’impasto e la teglia, potreste anche imburrare la tortiera ma completamente compresi i bordi, e poi infarinare il tutto per far sì che il dolce non si attacchi…

Altro importante punto è la cottura mai troppo alta, o il dolce rischia di cuocersi solo esternamente e restare crudo al suo interno e così si crea il famoso effetto vulcano .. quindi attenzione ad impostare la giusta temperatura!!!!

Quando si cuociono le torte, e i lievitati, consiglio di utilizzare l’impostazione statica e non ventilata. Il forno statico irradia una cottura delicata e molto lenta, uniforme, omogenea, che rispetto alla ventilata che è veloce anche se omogenea, forma e cuoce la parte superiore del dolce lasciando molto più morbida la parte interna. Questa cottura non è indicata perché frena la lievitazione e comporta il famoso effetto vulcano.

Inoltre preriscaldare il forno e sempre essenziale perché il dolce è gia a una temperatura costante, e questo è per tutti i lievitati.

Rispettate sempre le giuste quantità di lievito o il dolce non avrà il giusto equilibrio e non crescerà nel modo giusto e rischiereste di farlo crescere solo al centro soprattutto se il lievito è in eccesso rispetto alla farina ( 1 bustina max per 500 gr di farina)

Ora che avete segnato ogni chicca provate voi…buon lievitato😝

Macarons

La ricetta dei famosi dolcetti francesi

35 g di acqua
100 g di zucchero semolato
80 g di albumi
100 g di farina di mandorle
100 g di zucchero a velo
Farcitura

90 g di panna fresca liquida
170 g di cioccolato bianco
10 g di burro
semi di vaniglia
Iniziate con un pentolino e mettetelo con l’acqua e con lo zucchero semolato sul fuoco. Portate a una temperatura di 121 °C. Montate metà quantità di albumi a velocità media, e versate a filo lo sciroppo di zucchero e acqua, continuando a montare gli albumi delicatamente. Aggiungete ora il colorante, aggiungetelo in questo momento. Il procedimento è simile alla meringa italiana.

Continuate a montare fino a che, alzando la frusta, avrete una meringa sostenuta,dovrà rimanere sostenuta, formando il classico ciuffo fermo. Potete fare la prova girando la meringa se non cade ed è ferma è pronta.

Ora nel mixer frullate la farina di mandorle con lo zucchero a velo. Questo passaggio per togliere umidità. A questo punto mescolate gli albumi rimasti al composto di zucchero e farina di mandorle. Mescolate con una frusta per ottenere un impasto cremoso e omogeneo.Mescolate con la meringa delicatamente e create un composto. Infine, poi mescolate energicamente, fino a che la meringa non è lucida. Deve diventare il classico macaronage. Prendete una sac a poc e create i macarones, poi cuocete in forno a 145 gradi per 18 minuti.
Intanto:
Ora sciogliete il cioccolato bianco,e a parte scaldate la panna con la vaniglia. Frullate (in un mini pimer) il cioccolato nel bicchiere del frullatore a immersione. Coprite il vostro cioccolato con la panna calda, fate riposare un minuto e poi frullate ancora bene. Aggiungete anche il burro morbido ed emulsionate di nuovo. Fate freddare due ore. Poi farcite i vostri macarons…
Questi dolcetti sono laboriosi e richiedono molti passaggi e pazienza … provate e aggiornatemi

Bon Appétit 😋

Dripe cake senza lattosio

DRIP CAKE senza Lattosio
Era una delle torte che mi sarebbe piaciuto provare ed ecco qua! Come primo esperimento sembra sia stato gradito ma può migliorare. Ho trovato la ricetta su internet e l’ho realizzata tutta senza LATTOSIO. Provatela. L’ho portata come dolce per una cena tra amici e credetemi fa davvero effetto!!!!
Ricetta:
Pan di Spagna: 200 gr di farina
150 gr di farina
4 cucchiai di cacao amaro
70 ml di olio di semi di girasole
4 uova
4 cucchiai latte di avena
1 bustina di lievito
Realizzate il pan di Spagna in due disco separati cuocendolo in forno a 170 gradi circa 25 minuti.
Intanto montante:
400 ml di panna senza lattosio
A parte
250 gr di mascarpone senza lattosio
200 gr di Philadelphia senza lattosio
130 gr di zucchero a velo
Una volta pronta la crema aggiungete la panna e fate freddare 20 minuti.
Ora componete la torta con la crema realizzata farcite gli strati e poi o bordi in modo uniforme. All’interno ho aggiunto delle amarene(una piccola chicca).
Infine una volta fredda guarnite con la ganache:
100 gr di panna liquida
100 gr di cioccolata fondente
Portate a fiamma la panna spengete e mettete in cioccolato tritato, girate create una crema lasciate freddare e guarnite….