Che farina usi?

Qualche giorno fa una cara amica assaggiando un dolce mi ha posto la classica domanda ma tu che farina usi?

Qui si apre un mondo! Per scegliere quella giusta per il tipo di preparazione che vogliamo fare è di fondamentale importanza… chiariamo subito che va specificato un punto il glutine. Il composto che si forma dall’interazione da due tipi di proteine gliadine e glutenine e quando mescoliamo farina e acqua e lavoriamo il composto. È proprio il glutine a rendere il lievitato morbido e soffice. Le farine sono distinte in forti e deboli: ossia capacità di assorbire acqua durante l’impastamento e trattenere anidride carbonica durante la lievitazione. Le farine forti hanno molto glutine e sono perfette per le lievitazioni lunghe come il panettone. Le deboli con poco glutine avendo bisogno di poca acqua sono adatte a lievitazioni rapide, come crostate o dolci friabili croccanti. Certo se ora vi trovate a scegliere come le distinguete? Dalla w ossia la forza… quando la w sul pacco di farina e oltre i 300 la farina è molto forte mentre se inferiore a 200 è debole, una farina di media W tra 200 e 300 è medi quindi:

Farina debole : w minore di 200 per brevi lievitazioni

Farina media: w tra 200 e 300 per lievitazioni medie

Farina forte: w superiore a 300 per lievitazioni lunghe.

Ma ricordate che la semola, farina di grano duro per esempio che io utilizzo molto, e adatta per impasti casalinghi come la pasta o anche per metà dosi di pizza. Spesso personalmente utilizzo un parametro di 30 per cento di semola e 70 di farina di grano tenero.

Per le farine di grano tenero: vi consiglio anche la Manitoba, ottima ricca di glutine, farina forte.

Per le farine 00: e utilizzata molto per torte biscotti e pasticcini o pasta fresca all’uovo ed tra le farine di grano tenero la più raffinata. A seguire la 0 ( pizza, pane, orecchiette) la 1 e la 2 e la integrale piu rustiche. Una chicca la integrale assorbe molta acqua vi consiglio di mischiarla sempre.

Ora spero di aver chiarito un po di aspetti e … Se mi chiedete quale farina usare per un dolce? Dipende .. spesso uso la 00 ma provo anche a mescolarla con la 1, amo molto le farine grezze… e utilizzo anche la Manitoba. A mio parere vale sempre la pena tentare valutare il risultato e magari avere ottimi risultati inaspettati da esperimenti e rivisitazioni personali… A ognuno la sua farina…

Il caffè con la Moka o al Bar?!?!

Il caffè è un rito immancabile per noi italiani, un’icona del nostro Paese. Eppure, quante volte ci capita di andare al bar e non essere soddisfatti di quel piccolo momento quotidiano?

Un caffè è una pausa, un gesto di cortesia, un incontro, un dopo pasto, una futura conoscenza, o persino una parola… ma prima di tutto è la soddisfazione di mente e palato. Chi non si è mai trovato a ordinare un espresso macchiato caldo e riceverne uno con il latte freddo? O chiedere un macchiato freddo e vedersi servire una tazzina con una montagna di schiuma? Per non parlare di quando ci si sente dire che non c’è differenza tra un macchiato e uno schiumato!

Il caffè ha sempre avuto un posto speciale nella mia famiglia: mio zio era barista, e l’odore del caffè appena macinato è un ricordo che mi accompagna da sempre. Eppure, per me, il caffè per eccellenza resta quello della moka, fatto in casa.

Si “dice che” il caffè macchiato è nato per distinguere e definire l’espresso aggiungendo cuna goccia di latte. Il caffè macchiato aggiunge al classico gusto dell’espresso una nota di morbidezza. data dalla particolare macchia di latte. Il caffè macchiato in Portogallo, si chiama cafe pingado, caffè con una goccia di latte.

Lo schiumato è una piccola coccola per il palato perché si realizza con il latte caldo in “schiuma” …

Se in Italia il caffè è un rito veloce, nel resto del mondo assume forme e significati diversi. Ogni Paese ha il suo modo unico di prepararlo e gustarlo, trasformandolo in un’esperienza culturale oltre che sensoriale: Turchia, Grecia, Francia, il café con leche spagnolo e tanto altro… caffè unisce il mondo, pur essendo così diverso da Paese a Paese. Ma ovunque si vada … resta sempre un momento di pausa, di incontro e di piacere.

Ricetta caffè per moka:

Iniziamo riempendo la nostra caffettiera fino alla valvola di sicurezza con l’acqua. L’acqua deve essere FREDDA, l’acqua calda, accelera il processo di infusione e altera il gusto del caffè.

Se superate il livello della valvola, il caffè verrà più lungo. Messo il filtro aggiungete la polvere di caffè senza compattare e ora avvitate.la caffettiera deve essere messa sul fornello a fuoco basso ciò permette di raggiungere un livello di ebollizione lento e un caffè migliore. Non alzate il coperchio quando il caffè è quando salito al bordo della caffettiera o rischiereste di alterarne il gusto.  La moka va tolta dal fuoco va tolta dal fuoco quando il caffè è salito al bordo della caffettiera per circa trequarti, il caffè continua a salire ma gli aromi sono conservati e il vostro caffè sarà ottimo.Prima di servirlo girate il caffè all’interno della caffettiera.

Il caffè dove lo conservo? Ci sono tante scuole di pensiero, alcuni lontano dalla luce altri in frigorifero ma l’essenziale è in un contenitore ermetico ….

Ricordate sempre una chicca: la caffettiera va lavata con acqua calda il filtro se rovinato va cambiato, e non si deve MAI utilizzare sapone o lavastoviglie….

Buon caffè a tutti!!!

Pane, burro, Alici della Nonna Itala…

Ho un ricordo di infanzia legato a questa pietanza, a quando mia nonna la sera a cena dopo aver preparato per ognuno di noi mangiava pane.. burro e alici…

Un piatto semplice che oggi spesso trovo in menù di ristoranti gourmet… vi propongo di comporlo così:

Prendete il burro e montatelo in planetaria aggiungendo il prezzemolo tagliato fino … bruscate il pan carré e se preferite rosolatelo in padella con olio e ora dalla mousse di burro componete il vostro crostino con sopra la vostra Alice magari del cantabrico …

Buon appetito

Pane, burro, Alici della Nonna Itala…

Ho un ricordo di infanzia legato a questa pietanza, a quando mia nonna la sera a cena dopo aver preparato per ognuno di noi mangiava pane.. burro e alici…

Un piatto semplice che oggi spesso trovo in menù di ristoranti gourmet… vi propongo di comporlo così:

Prendete il burro e montatelo in planetaria aggiungendo il prezzemolo tagliato fino … bruscate il pan carré e se preferite rosolatelo in padella con olio e ora dalla mousse di burro componete il vostro crostino con sopra la vostra Alice magari del cantabrico …

Buon appetito

La torta a vulcano…

É capitato a tutti di preparare una torta e vederla esplodere al centro … molti lo chiamano effetto vulcano! Da bambina vedevo mi nonna posizionare sulla torta un foglio di carta di alluminio e mi chiedevo a cosa servisse… in realtà l’alluminio in cottura da la giusta quantità di calore senza far bruciare il dolce, inoltre la nonna aggiungeva una spennellata di burro fuso o di latte e il risultato era sempre perfetto ….

Ma per far sì che l’effetto vulcano possa presentarsi bastano piccoli accorgimenti come utilizzare la carta da forno, utile poiché aiuta a formare uno strato protettivo impedendo il contatto diretto tra l’impasto e la teglia, potreste anche imburrare la tortiera ma completamente compresi i bordi, e poi infarinare il tutto per far sì che il dolce non si attacchi…

Altro importante punto è la cottura mai troppo alta, o il dolce rischia di cuocersi solo esternamente e restare crudo al suo interno e così si crea il famoso effetto vulcano .. quindi attenzione ad impostare la giusta temperatura!!!!

Quando si cuociono le torte, e i lievitati, consiglio di utilizzare l’impostazione statica e non ventilata. Il forno statico irradia una cottura delicata e molto lenta, uniforme, omogenea, che rispetto alla ventilata che è veloce anche se omogenea, forma e cuoce la parte superiore del dolce lasciando molto più morbida la parte interna. Questa cottura non è indicata perché frena la lievitazione e comporta il famoso effetto vulcano.

Inoltre preriscaldare il forno e sempre essenziale perché il dolce è gia a una temperatura costante, e questo è per tutti i lievitati.

Rispettate sempre le giuste quantità di lievito o il dolce non avrà il giusto equilibrio e non crescerà nel modo giusto e rischiereste di farlo crescere solo al centro soprattutto se il lievito è in eccesso rispetto alla farina ( 1 bustina max per 500 gr di farina)

Ora che avete segnato ogni chicca provate voi…buon lievitato😝

Le patate

Le patate sono il tubero più amato e versatile che si conosca. Oltre a predisporsi a ogni tipo di preparazione che possa essere un primo, un contorno o un secondo o persino uno sfizioso aperitivo come quello proposto può anche essere un utile alleato nella vita quotidiana … i consigli della nonna vi daranno qualche suggerimento su come sfruttarlo e conservarlo al meglio …. Continua a leggere

Un buon risotto

I consigli della nonna si fanno attendere da un pò troppo tempo e quindi ho pensato di correre ai ripari… Oggi la nonna ci ha indicato le basi e tecniche per cucinare un ottimo risotto ….

  1. Primo fra tutti la materia prima .. Non tutti i tipi di riso sono uguali e hanno pari resa. Bisogna scegliere un riso adatto al piatto che stiamo per creare. Per un buon risotto sono ottimi :il vialone nano o il carnaroli, l’arborio.
  2. Assolutamente da evitare l’abitudine di lavare o sciacquare il riso. Questo gesto comporta tante conseguenze prima fra tutte di rischia di cucinare un “mappazzone” come è solito affermare lo Chef Barbieri. Il riso non ha più compattezza e si può sfaldare è inoltre perde molte delle sue proprietà.
  3. Buona abitudine è create sempre un buon brodo e mantenetelo sempre ad alta temperatura di bollore perchè altrimenti lo sbalzo di temperatura farebbe risentire il risotto.
  4. È essenziale la tostatura del riso.Se volete un risotto cremoso serve il burro e mai olio, a meno che non si cucini in risotto di pesce in questo caso via libera all’olio. Un esempio è fondere il riso è con lo scalogno e burro.
  5. Il brodo si deve aggiungere quando il riso si attacca alla pentola.
  6. La mantecatura và fatta a fuoco spento poggiando la pentola su un piano a temperatura ambiente si aggiunge una noce di burro eventualmente se lo richiede la ricetta parmigiano, si copre con un coperchio e dopo un paio di minuti si manteca componendo una croce e si serve.
  7. Il riso va servito SEMPRE su un piatto freddo ma consumato caldo….

Buon appetito ….

 

1,10,100 … Pasta!!!!

I consigli della nonna sono sempre i più utili, oggi il consiglio è dedicato alla pasta!!!

Mia nonna mi ripete spesso “ad occhio”,”quanto ne prende”, “da cuocere amore amore”. … Insomma le sue unità di misura per me sono state sempre piuttosto vaghe … Col tempo e con lo sguardo ho imparato a comprendere i suoi insegnamenti. Sulla cottura della pasta perfettamente al dente non ha mai avuto consigli vaghi… Ma regole, quelle che oggi vi descrivo:

  • Pentola: capiente ed alta per dare possibilità alla pasta di cuocersi e di non attaccarsi;
  • Acqua,sale,pasta: 1,10,100.. 1litro di acqua per 10 grammi di sale, su 100 gr di pasta. Da questa piccola regola aumentate o diminute a seconda se peso della pasta.
  • Portate a bollore l’acqua e poi raggiunta la temperatura salatela. Farlo prima che l’acqua bolla rallenta il processo di bollitura. Considerate che 10gr. sale sono circa un cucchiaio per minestra raso.
  • Una volta colata la pasta guardate il tempo di cottura previsto e calcolate un minuto in meno…molti vanno da occhio o assaggio o esperienza, ma il consiglio degli chef è quello di considerare sempre un minuto in meno rispetto alle indicazioni della scatola. La pasta prosegue il suo processo di cottura mentre la scoliamo e ci cingiamo a condirla… Comunque il metodo dell’assaggio è sempre un utile aiuto!
  • Infine scolare la pasta è molto importante. Fatelo con una pinza o schiumarola e ponetela nel condimento oppure con lo scolapasta ma lentamente perché la pasta se non perdere il suo amido di cotture ha una resa migliore nel’assorbire il condimento.Cosa basilare è fondamentale, mai passarla sul getto di acqua fredda. Sciacquare la pasta è uno dei peggiori errori che si possa compiere.

Buon appetito !!!!!

 

 

La cipolla

La cipolla è un tubero dalle grande proprietà depurative, digestive, tonificanti, antiossidanti. Resta comunque problematico digerirla e soprattutto combatterne l’odore. E’ altrettanto risaputo quanto possa far lacrimare tritare una cipolla. Eppure è ottima da mangiare in mille modi, per esempio al forno oppure sulla pizza. Indicata per i soffritti. Oggi vi indico un piccolo consiglio della nonna per digerire meglio questo alimento e vi propongo dei piccoli trucchetti da tentare ogni volta che dovrete utilizzarla. Il primo consiglio della nonna è quello per rendere la cipolla più digeribile. Mia nonna è solita metterla a bagno per almeno un ora in acqua tiepida e aceto o  nel latte. Un altro consiglio acquisito da una nonna è quello di farla lessare per qualche minuto in acqua e dado, consiglio che ho messo in atto per preparare un ottima pizza con la cipolla e pomodoro.

Altra piccola chicca è masticare un chiodo di garofano dopo averla mangiata, poichè, aiuta a risolvere il problema dell’alitosi.

Come non piangere???? Pur non avendolo ancora testato lo trascrivo … immergete le cipolle tagliate a metà in acqua e aceto per almeno mezz’ora, poi,  tagliatele sotto il getto dell’acqua o in alternativa sciacquate la lama del coltello mentre le tagliate.

Consiglio della nonna: I fagioli

Mi capita di frequente di trovarmi in dispensa buste di fagioli senza data di scadenza. Un segreto della nonna è quello di prendere un bacinella piena di acqua ed immergerci i fagioli. Se i legumi in questione dovesse galleggiare non sono più buoni per essere cucinati e mangiati. Un piccolissimo trucchetto di grande utilità!

Se invece i legumi vi provocano fastidiosi disturbi fisici piuttosto che rinunciare all’apporto benefico di questo alimento provate a seguire questo iter. Metteteli a bagno un giorno prima con un rametto di rosmarino o altre erbe aromatiche o semi carminativi: salvia, alloro, aneto, menta, origano, curcuma, erba cipollina, cumino, coriandolo, cardamomo o semi di finocchio fresco. Cambiate l’acqua dove li avete immersi ogni 2 ore massimo 3. Il giorno successivo, preparateli come prevede la ricetta.  Utilizzate spezie o verdure quali sedano e carote anche per la cottura poichè migliorano la digeribilità e contribuiscono a ridurre i fastidi intestinali. Inoltre durante la cottura eliminate la schiuma che si crea, altro piccolo accorgimento per ridurre fastidi.